Smog, l’obiettivo del Piemonte per il 2030 è troppo lontano. Il commissario europeo per l’Ambiente è a Torino per il Clean Air Dialogue

Source: K. (Karmenu) Vella i, published on Wednesday, June 5 2019.

Cosa si aspetta l’UE dal governo italiano per risolvere questo problema?

«L’Unione europea ha una legislazione completa per ridurre l’inquinamento atmosferico. Tuttavia i miglioramenti saranno raggiunti solo se sarà tradotta in misure ambiziose e concrete da parte degli Stati membri. In Italia ora gli studi stimano in decine di miliardi di euro i costi dell’inquinamento atmosferico legati alla salute. Ogni anno. Ecco perché sono così rincuorato dalla decisione del premier Conte di convocare questo “Clean Air Dialogue”, un processo avviato dalla Commissione europea per fare in modo che la consapevolezza della scarsa qualità dell’aria si trasformi rapidamente in piani d’azione concreti. All’interno dei governi, i ministeri dell’ambiente sono efficaci nell’attirare l’attenzione sul problema. Ma è necessario un coordinamento con altri ministeri, in particolare l’agricoltura, l’industria, i trasporti e, naturalmente, la finanza. Conte ha convocato tutti, oltre ai governi locali e regionali. E io per primo spero che questo spirito d’azione sia poi concretizzato, nell’interesse di tutti gli italiani».

Il primo anno di attuazione dell’accordo tra il Ministro dell’Ambiente e i Presidenti delle 6 Regioni del bacino padano non ha prodotto alcuna riduzione apparente dello smog. Quali ulteriori misure consiglierebbe per rendere più efficace questo accordo?

«Innanzitutto c’è da ribadire che l’interlocutore della Commissione europea è il governo italiano. Il 30 gennaio 2018 l’Italia è stata tra i nove Stati membri invitati alla riunione interministeriale per discutere dei persistenti superamenti degli standard di qualità dell’aria. Nel maggio 2018 la Commissione ha poi deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia per livelli sempre elevati di PM10. Nel marzo 2019 ha deciso di portare l’Italia alla Corte di giustizia anche per i persistenti superamenti di biossido di azoto (NO2). Il bacino padano ha adottato il nuovo accordo di programma nel mese di giugno 2017. È un passo nella giusta direzione, anche se sembra concentrarsi su misure a breve termine piuttosto che su misure strutturali. Vorremmo conoscere i risultati attesi e le ulteriori misure previste».

Dal suo punto di vista sul continente europeo, quali sono le misure chiave che consiglierebbe al governo della città di Torino per ridurre l’inquinamento atmosferico?

«La nostra analisi “Environmental Implementation Review” ha incluso anche una valutazione della situazione in Italia in relazione alla qualità dell’aria: la relazione 2019 ha concluso che si sono registrati progressi limitati. È necessario accelerare, riducendo ulteriormente le emissioni dei trasporti, in particolare nelle città, anche con restrizioni proporzionate e mirate all’accesso dei veicoli alle aree urbane e/o incentivi fiscali. È necessario accelerare anche per ridurre il particolato, riducendo le emissioni derivanti dalla produzione di energia, mettendo sotto controllo le stufe a legno, promuovendo il teleriscaldamento».

Dopo Catania, Torino ha il maggior numero di auto per abitanti tra le grandi città italiane (circa 650 ogni 1000). Quanto è importante ridurre il traffico rispetto ad altre soluzioni?

«L’aspetto del trasporto è parte integrante dell’equazione della qualità dell’aria. Le restrizioni del traffico che sono state implementate nella Pianura Padana sono un passo nella giusta direzione, ma si deve notare che restano misure limitate. L’accordo prevede misure incrementali dal 2018 al 2025, che prevedono il blocco di diverse classi di veicoli a diverse scadenze». Il Consiglio regionale piemontese ha recentemente approvato un nuovo Piano di qualità dell’aria, fissando il 2030 come obiettivo per portare la qualità dell’aria al di sotto dei limiti.

Pensa che sia una tempistica accettabile?

«L’ultimo rapporto sulla qualità dell’aria mostra che il Piemonte ha ancora concentrazioni di inquinanti atmosferici superiori agli obiettivi stabiliti dalle direttive europee. In particolare, i valori limite per il particolato e il biossido di azoto. Si tratta di inquinanti con un forte impatto negativo sulla salute umana, legati a morti premature in particolare tra le fasce più vulnerabili della popolazione. I piani di qualità dell’aria dovrebbero stabilire misure appropriate, tali che gli sforamenti durino il meno possibile. Per il particolato, i valori limite dovevano essere raggiunti a partire dal 2005 e per il biossido di azoto dal 2010. Porsi come obiettivo il 2030 significherebbe pertanto che il Piemonte intende rispettare i valori solo 25 anni dopo che i limiti del PM10 sono entrati in vigore e 20 anni dopo quelli sul NO2. Ciò non è compatibile con l’obbligo di mantenere il periodo di superamento il più breve possibile. Inoltre, la gravità e la durata della violazione sono tali da mettere in discussione non solo la direttiva sulla qualità dell’aria ambiente, ma anche il diritto fondamentale alla vita delle persone interessate».

Il movimento Fridays For Future ha portato in piazza 30 mila studenti in una città come Torino. Ora che è a fine mandato, si sente di dire che l’UE ha fatto tutto quanto è in suo potere per combattere il cambiamento climatico?

«In una prospettiva generale sì. Sono fiero del ruolo dell’Unione europea nella lotta contro il cambiamento climatico. Nel corso di questo mandato abbiamo avuto la negoziazione dell’accordo di Parigi. L’UE è stata al centro di questo successo. Un impegno collettivo senza esitazioni. Ma l’impegno inequivocabile dell’UE nei confronti degli obiettivi stabiliti è in netto contrasto con l’attuale panorama internazionale. In Europa penso che dobbiamo trattare questi studenti come una risorsa preziosa da coltivare e nutrire. Hanno due meriti preziosi. I fatti sono dalla loro parte e sono disposti a mobilitarsi per convincere, armati solo di questi fatti. Questi elementi — fatti e impegno — sono il fondamento della democrazia europea e se riconosciuti e condivisi risuoneranno positivamente per le generazioni a venire».

questo articolo è stato originariamente pubblicato sulla corriera della sera (corriere torino)

https://torino.corriere.it/cronaca/19_giugno_04/vella-smog-l-obiettivo-piemonte-il-2030-troppo-lontano-98c5201c-86a8-11e9-aa8a-b6cfaffcadf0.shtml