Speech - Discorso all'Assemblea delle Piccole e Media Imprese

Source: European Commission (EC) i, published on Thursday, October 2 2014.

Commissione europea

[Fa fede solo il discorso pronunciato]

Ferdinando NELLI FEROCI

Commissario europeo responsabile per l'Industria e l'imprenditoria

Discorso all'Assemblea delle Piccole e Media Imprese

Assemblea delle Piccole e Media Imprese

Napoli, 2 Ottobre 2014

Signor Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano,

Ministro Guidi,

Signori Inviati Speciali per le Piccole e Medie Imprese,

Signore e Signori,

E’ un grande onore per me parlare della politica europea per le Piccole e Medie Imprese alla Sua presenza, Signor Presidente.

La Sua forte attenzione per il mondo delle PMI è un importante stimolo per noi tutti.

Come Lei ha recentemente sottolineato, le politiche europee sono decisive perché le nostre imprese possano crescere e creare occupazione.

Ricordiamo tutti che temi cruciali, come l'accesso al credito, sono stati al centro di Suoi interventi nei quali ha invitato il mondo finanziario a fare di più per avviare un ciclo di sviluppo economico dopo anni di crisi.

Lei ha ben colto l'importanza delle Piccole e Medie Imprese per la nostra economia.

Infatti, 99 imprese su 100 in Europa sono PMI e danno lavoro a 2 dipendenti su 3 producendo il 58% del totale del valore aggiunto dell'Unione.

Sappiamo bene il prezzo che il mondo produttivo e quello del lavoro stanno pagando alla crisi.

Voglio citare un solo numero per tutti: oggi 26 milioni di persone in Europa non hanno un lavoro, 9 in più rispetto all'inizio della crisi.

Malgrado qualche timido segnale di ripresa, l'economia europea non registra ancora tassi di crescita tali da consentirci di dare risposte all'emergenza rappresentata dalla disoccupazione, specie giovanile.

I risultati del Rapporto sulla competitività europea, che ho presentato lo scorso 11 settembre, disegnano un quadro di luci ed ombre.

I risultati raggiunti dai diversi Stati Membri variano in modo considerevole. I Paesi che accusano le difficoltà maggiori sono anche quelli dove le imprese soffrono di più.

Solo una parte delle nostre imprese è riuscita, pur con grandi sforzi, a mantenere alto il proprio livello di competitività. Sono aumentate le loro esportazioni verso i Paesi terzi e la loro capacità di innovare ed integrarsi nelle catene di valore globali, beneficiando di una forza lavoro particolarmente qualificata.

Occorre intensificare gli sforzi su diversi fronti.

Dobbiamo in primo luogo rilanciare la domanda interna e allo stesso tempo migliorare costantemente la nostra competitività.

Per fare questo dobbiamo ridurre il carico amministrativo, stimolare l'innovazione, realizzare infrastrutture efficienti, creare le condizioni perché il costo dell'energia sia sostenibile e infine formare professionalità in grado di inserirsi in un mercato del lavoro sempre più competitivo.

In questo quadro il ruolo delle PMI è essenziale.

Esse sono infatti un attore fondamentale di quella strategia di politica industriale che l'UE sta attuando facendo seguito alle Conclusioni del Consiglio europeo del marzo scorso.

Infatti, queste Conclusioni riconoscono chiaramente che una forte base industriale è la conditio sine qua non per ridare forza alla nostra economia.

Per questo, abbiamo focalizzato la nostra azione su tre priorità: riduzione degli oneri amministrativi, internazionalizzazione e accesso al credito

La riduzione del carico amministrativo

Per quello che riguarda il primo punto, abbiamo avviato un ambizioso processo di semplificazione legislativa.

Dal 2007 al 2012 abbiamo eliminato ben 7.500 pagine della Gazzetta ufficiale e l'anno scorso abbiamo lanciato "REFIT", un'iniziativa concepita per una ulteriore semplificazione delle norme europee.

In questo esercizio, le PMI sono al centro dell'attenzione della Commissione europea.

Sin dal 2012 stiamo attuando il "test PMI", ossia un'analisi specifica sull'impatto economico della legislazione europea sulle piccole e medie imprese.

E' auspicio della Commissione che questo test sia introdotto in tutti gli Stati Membri al fine di produrre, anche a livello nazionale, una legislazione più efficace.

Incrementare l'internazionalizzazione

È inoltre prioritario aiutare le nostre imprese ad avere successo sui mercati globali.

Si stima, infatti, che nei prossimi anni il 90% della crescita economica a livello mondiale sarà generata fuori dall'Unione europea, in particolar modo nelle economie emergenti.

Dobbiamo mettere le nostre PMI nelle condizioni di beneficiare pienamente di questa crescente domanda.

Per questa ragione stiamo cercando di migliorare il funzionamento della rete Enterprise Europe Network sulla quale puntiamo per informare sempre più e meglio le imprese circa le opportunità loro riservate sia nel mercato Ue che nei Pesi terzi.

As esempio, i Centri per le PMI in Cina, India, Vietnam e Thailandia sono realtà già a disposizione, gratuitamente, delle imprese.

È necessario che questa Rete faccia squadra con il territorio, creando sinergie con tutti quegli operatori che possono poi informare le imprese.

L'Unione europea ha già concluso importanti accordi commerciali che hanno aperto nuovi mercati in Paesi terzi.

Altri negoziati sono in corso, ad esempio quello con gli Stati Uniti, e vanno proseguiti con convinzione.

Gli eventuali accordi dovranno essere però equilibrati, dare reali opportunità alle imprese, contenendo eventuali svantaggi competitivi.

Per questa ragione è necessario esaminare con attenzione l'impatto di ogni accordo sulla competitività della nostra economia, prima dell'avvio del negoziato ma anche alla sua conclusione, prima che sia firmato.

Facilitare l'accesso al credito

Come Lei ha sottolineato, Signor Presidente, la mancanza di liquidità è uno dei problemi maggiori per le nostre PMI. Questo è il maggiore ostacolo agli investimenti e quindi all'innovazione.

L'Unione europea sta lavorando per migliorare il funzionamento del sistema bancario. Nell'ambito della cosiddetta Unione Bancaria, stiamo fissando regole comuni in materia di requisiti di capitale e di supervisione degli istituti di credito. Abbiamo anche adottato una disciplina specifica per il risanamento e la risoluzione delle banche in crisi.

L'obbiettivo è di ridurre la frammentazione dei mercati finanziari in Europa, creare un sistema di regole comuni intese a evitare forme di concorrenza sleale evitando che le difficoltà di singole banche vengano prese in carico dai bilanci pubblici.

Stiamo anche intervenendo direttamente a supporto delle imprese. Circa 150 miliardi del prossimo ciclo di fondi regionali 2014 - 2020 saranno dedicati all'attuazione di una moderna politica industriale sul territorio; il programma Orizzonte 2020 finanzierà con 80 miliardi la ricerca e l'innovazione; inoltre dal 2014 è attivo COSME, il primo programma specifico per la competitività delle PMI.

Prevediamo che nei prossimi sette anni COSME, con la sua dotazione di 2,3 miliardi di euro, potrà facilitare l'accesso al credito per 330.000 imprese in tutta Europa. Voglio poi sottolineare il fatto che in Orizzonte 2020 è stato creato uno strumento specifico per le PMI, con il fine di dare risposte alle necessità di finanziamento di quelle imprese che vogliono investire in progetti ad alto potenziale di innovazione.

Alla scadenza primo termine per presentare proposte, a giugno 2014, abbiamo ricevuto 2.662 proposte e 155 sono state già selezionate per il finanziamento. Il secondo termine di presentazione è scaduto alla fine di settembre e altri ne seguiranno ogni tre mesi.

Conclusioni

Molto è stato fatto per dare attuazione allo Small Business Act, la strategia europea a supporto delle PMI. Dalla sua adozione, nel 2008, abbiamo censito circa 2400 misure nazionali che hanno avuto come fine, ad esempio, quello di facilitare l'accesso al credito o rendere la pubblica amministrazione più pronta a rispondere alle esigenze delle PMI.

La Commissione ha appena lanciato una consultazione pubblica con l'obbiettivo di raccogliere idee su come aggiornare lo Small Business Act, in modo da renderlo in grado di dare costantemente risposte concrete alle esigenze delle imprese.

La consultazione si concluderà il prossimo 15 dicembre e spero che in molti vorranno parteciparvi con le loro idee e con le loro proposte.

So che quanto stiamo facendo potrà sembrare non sufficiente di fronte ai problemi che le imprese stanno affrontando ma mi preme sottolineare che è anche con questo tipo di interventi che l'UE intende recuperare quel consenso presso i cittadini che è apparso carente in questi ultimi anni e che è invece condizione essenziale per il successo di questo grande progetto comune.

Lavorare per migliorarla è quindi non solo un nostro diritto ma è anche nell'interesse di noi tutti, per costruire un avvenire migliore.

Grazie dell'attenzione.